In una situazione di sopravvivenza ci si può ammalare (esattamente come accade nella normale vita di tutti i giorni) o manifestare condizioni di malessere dovuti a svariate alterazioni, oppure avere muscoli, articolazioni e ossa doloranti per varie ragioni e traumi. Non sempre si può disporre di medicine o prodotti chimici per curare malattie ed eventi debilitanti.
Si può però ricorrere se e quando si trovano, alle erbe e alle piante, che a volte sono anche migliori di molte medicine che conosciamo.
Moltissime erbe e piante spontanee che si trovano in natura, comprese alcune tossiche e nocive per ingestione, possono avere proprietà terapeutiche e vengono quindi impiegate in campo medico o farmacologico per la cura di molte malattie o alterazioni dell’organismo.
Tutte queste erbe e piante sono dette “officinali” e il nome deriva dal fatto che venivano utilizzate nelle antiche officine farmaceutiche.
Non sono un erborista, cerco solo di spiegare con una serie di articoli come raccogliere un’erba o una pianta appropriata per un determinato malessere e come utilizzarla per una maggiore efficacia.
In questo articolo cercherò di elencare come vengono utilizzate le erbe e le piante officinali. Poi, in articoli più specifici dove ci sono anche le indicazioni terapeutiche, scriverò quando utilizzare un metodo oppure un altro.
Cosa ci si fa con le erbe o con le piante che vengono raccolte? Ovviamente si preparano nel modo più adatto per curare il malessere occasionale, prestando attenzione se ci fossero controindicazioni (generalmente una reazione allergica).
Ecco i principali utilizzi:
- decotto: in genere è utilizzato per le parti delle erbe o delle piante che sono più dure, si mettono in acqua fredda lasciandole in ammollo, successivamente si portano ad ebollizione e si lasciano bollire per un tempo più o meno lungo, che dipende dalla tipologia e dalla parte stessa. Si filtra (alla meglio) e si beve.
- infuso: si realizza mettendo in acqua bollente le parti più morbide delle erbe o delle piante e dopo averle lasciate a bagno per un po’ di tempo, si filtra (alla meglio) e si beve.
- tisana: è in pratica la stessa cosa dell’infuso.
- cataplasma: deriva dal greco e vuol dire spalmare, si fa un impasto bollente, si mette dentro un tessuto più fino possibile e si appoggia ancora molto caldo sulla parte da curare. E’ ancora molto utilizzato nella medicina ayurvedica (medicina tradizionale indiana). L’impasto deve essere abbastanza spesso, c’è chi dice almeno 2 cm., più si mantiene caldo e più sarà efficace.
Approfondimento: https://it.wikipedia.org/wiki/Cataplasma
e modo di prepararlo https://www.youtube.com/watch?v=ZOKC5279ePQ - compressa o impacco: si immerge un pezzo di tessuto nel composto preparato (sistema tisana o infuso) si inzuppa bene e poi si strizza e si applica sulla parte interessata.
- impasto o impiastro: preparazione come il cataplasma e applicazione diretta sulla parte lesionata, senza tessuti intermedi, si copre con tessuto o con foglie.
- Suffumigi: si mettono le parti della pianta su una piastra rovente (pietra oppure un lato delle braci nel fuoco) e si respirano i fumi.
- Inalazioni: sistema simile ai suffumigi, si mettono le parti della pianta nell’acqua bollente e si respirano i vapori.
- Succhi: spremitura a freddo dei frutti e delle varie parti adatte della pianta.
Quando ci si imbatte in erbe o piante che si pensa potrebbero risultare utili in varie circostanze, si possono raccogliere, farle seccare e poi utilizzarle alla bisogna. Il modo migliore per seccarle, senza mezzi a disposizione è quello di legarle in mazzetti e appenderle in zona aerata e ombreggiata a testa in giù.
Alcuni esempi di erbe e piante officinali (trattate poi in modo più completo con articoli specifici):
aloe vera, proprietà lassative, antisettiche e antinfiammatorie
maggiorana, agrumi, vitamina C e proprietà antisettiche
acetosella, astringente, diuretica, stomachica
malva, antinfiammatorio per la gola ma anche per infiammazioni cutanee e infiammazioni sulle parti intime. Ottima per le cistiti
mirto, proprietà astringenti e antisettiche
origano, analgesico
ricino, proprietà emollienti
ginepro, diuretico
menta e mentuccia, digestivo
echinacea, influenza e difese immunitarie
sambuco, tiglio, menta e viola mammola, febbre
Timo, liquirizia, anice, menta, mal di gola e catarri
Tiglio, cipolla, miele, limone, zenzero, borragine, tosse e mal di gola
Terminologia:
ANALGESICO: attenua o toglie il dolore
ANORESSICO: toglie l’appetito
ANTIDROTICO: arresta o diminuisce la sudorazione
ANTIELMINTICO: vermifugo
ANTIFLOGISTICO: attenua o toglie l’infiammazione
ASTRINGENTE: restringe i tessuti, i capillari e diminuisce la secrezione delle
ghiandole e delle mucose
BALSAMICO: sostanza aromatica che calma le irritazioni e le infiammazioni delle mucose
BECHICO: rimedio che cura la tosse e le affezioni delle vie respiratorie
CATARTICO: purgante abbastanza forte
COLAGOGO: facilita l’evacuazione delle vie biliari
COLERETICO: attiva la produzione e la secrezione della bile
CORROBORANTE: che da forza, vigore, ricostituente, energetico
DIAFORETICO: favorisce la sudorazione
DIURETICO: aumenta la escrezione urinaria
DRASTICO: purgante molto violento
DROGA: qualunque parte di pianta usata a scopo medicamentoso
EMETICO: medicamento che provoca il vomito
EMOSTATICO: arresta le emorragie
ESPETTORANTE: favorisce l’espulsione del catarro
EUPEPTICO: sostanza che agevola la digestione
GALATTOFUGO: diminuisce o arresta la secrezione lattea
GALATTOGOGO: stimola o aumenta la secrezione lattea
IPERTENSIVO:aumenta la pressione sanguigna
IPOGLICEMICO: diminuisce la percentuale di zucchero nel sangue
IPOTENSIVO: diminuisce la pressione sanguigna
ODONTALGICO: calma i dolori dei denti
RUBEFACENTE: sostanza di uso esterno che, irritando la pelle, richiama localmente una maggior quantità di sangue
SCIALAGOGO: favorisce le funzioni gastriche
STOMACHICO:azione tonica e corroborante per lo stomaco
TOPICO: medicamento che si applica all’esterno
VASOCOSTRITTORE: contrae i vasi sanguigni diminuendone il dilatamento
VASODILATATORE: dilata i vasi sanguigni aumentandone il dilatamento
VULNERARIO: in applicazione esterna favorisce la cicatrizzazione
Note finali: per curasi con le erbe non serve trovarsi per forza in una situazione di sopravvivenza, si può fare anche nella vita di tutti i giorni, basta avere voglia di farlo e unire la voglia a un pizzico di competenza.