Sopravvivenza urbana: le basi e l’organizzazione

Niente di più sbagliato se si pensa che qualcuno possa risolvere i nostri problemi. Anche se a volte ci si spera o ci vengono date false speranze, nessuno può risolvere i nostri problemi. La soluzione alla fine si deve trovarla da soli, con tanto impegno. Si potrebbe fare (ma non è detto) affidamento solo sui familiari (genitori, fratelli o sorelle), che sono gli unici ai quali chiedere aiuto, perché, anche se non potessero aiutare, almeno è sicuro che non sono ne falsi ne ipocriti. Siamo soli in mezzo al nulla, ma siamo soli ovunque, anche in una grande città. E’ vero che ci sono organizzazioni o associazioni che esistono proprio per dare sollievo e aiuto agli altri, i miracoli però non li fa nessuno.

Il perché ci si può trovare in una situazione di sopravvivenza urbana sono vari: si possono verificare eventi atmosferici e terrestri violenti come terremoti, alluvioni, inondazioni, uragani, frane e altro, oppure eventi causati dall’uomo come guerre, pandemie, recessioni, persecuzioni e altro, oppure ancora eventi causati da noi stessi (compresi quelli non voluti) come improvvisi cambiamenti economici e sociali, frutto di cattive valutazioni o errori commessi in buona fede, con perdita di abitazione e tutto quanto si è posseduto fino a quel momento, con conseguente ripartenza da zero in età che non se ne avrebbe più voglia e perdita di un’agiatezza che sembrava consolidata.

Conosco abbastanza bene il significato pratico di sopravvivenza urbana, tanti anni fa, c’è stata una situazione improvvisa di emergenza, legata in particolar modo alla mia vita di tutti i giorni negli ambienti urbani e durata molti mesi… . Purtroppo non cercata e voluta, dove, le mie conoscenze mi sono state di grande aiuto e sono riuscito a superare questa situazione in modo abbastanza accettabile. In questo periodo mi sono trovato all’improvviso senza più nulla o quasi, giusto qualche effetto personale, una vecchia auto che a malapena riusciva a fare piccoli spostamenti e nemmeno tanto comoda come dormitorio. Tutto quello che ho potuto fare è stato mettere in pratica tutto quello che avevo imparato, vivendo giorno dopo giorno con dificoltà e pochissime risorse. Non serve descrivere passo passo come ci si possa trovare in simili difficoltà, a seconda del motivo ci sarà una reazione e una richiesta di aiuto in modo diverso, inoltre siamo ognuno diverso dall’altro, viviamo in ambienti diversi, affrontiamo a modo nostro le varie situazioni, ci muoviamo, chiediamo e riceviamo aiuto in modi completamente diversi. E’ importante conoscere le basi, in che modo andare avanti ognuno poi lo deciderà a modo suo.

La prima cosa negativa che si affronta è che i giorni… sono tutti uguali, la vita improvvisamente diventa piatta e senza senso, non ci sono giornate lavorative, non ci sono feste o riposi, non ci sono incontri e vita di società, non ci sono soddisfazioni da prendersi. All’improvviso non c’è più niente di quello che eravamo abituati a vedere e toccare con mano.
Inizia un giorno e si deve capire come arrivare vivi con meno danni possibili alla sera. Inizia la notte e si deve capire come passarla e arrivare vivi al giorno dopo. Questa è sopravvivenza urbana, Questa è una situazione in cui ci si può trovare senza aver avuto il tempo di organizzare questo evento, o meglio ancora, senza aver previsto che ci potesse accadere qualcosa e organizzarci preventivamente per una più facile risoluzione. E’ importante essere preparati a gestire gli imprevisti, qualsiasi essi siano, piccoli o grandi. Al di là di un piano B è bene considerare, se quanto adottato non dovesse essere efficace e risolutore, una via di uscita diversa semplice da intraprendere.
Si sta parlando di sopravvivenza urbana e non di sopravvivenza nella natura, i due scenari sono completamente diversi, ci sono però gli stessi bisogni primari da soddisfare, anche se il modo di affrontare le situazioni ovviamente non è lo stesso:
– aria
– acqua
– cibo
– riparo e cura del corpo
Quando si riesce a soddisfare più o meno bene questi bisogni si può vivere, anche se in condizioni avverse, in qualsiasi parte della terra.

Ogni bisogno primario può essere soddisfatto più o meno facilmente, se è stato studiato un percorso da seguire efficace e soprattutto, se c’è stata l’accortezza di mettere insieme tutta una serie di materiali e attrezzature difficilmente procurabili nel momento in cui si verifica un’emergenza.

Qualsiasi essere umano, di qualsiasi parte del mondo, adotta tutta una serie di accortezze e azioni conseguenti per vivere nel modo migliore possibile:
– stare bene e non avere nessun tipo di dolore
– soddisfare le principali priorità come respirare, bere, mangiare,dormire,
– difendersi dal freddo o dal caldo
– faticare meno possibile e ridurre al minimo i consumi energetici quando si cerca di soddisfare al meglio queste necessità in qualsiasi situazione di emergenza ci si possa trovare.

Cercare sempre una soluzione, tutte le volte che si trova una soluzione ad un problema si sta meglio e più tranquilli.

Prevenire è meglio che curare, quindi, quando ancora non è iniziata nessuna situazione di emergenza, è necessario organizzarsi in modo efficace, proprio nel senso della prevenzione:

– cura del corpo: situazione medica con controllo della salute, visite, eventuali cure, successivi controlli

– stabiire di cosa si potrebbe avere bisogno e cosa imparare, se già non si conosce, tutto quello che facilita il dover affrontare improvvisi cambiamenti

– apprendere e sviluppare tutte quelle abilità che possono aiutare a soddisfare i bisogni primari elencati sopra.

– non acquistare attrezzature e materiali compulsivamente per allestire chissà quali kit fantascietifici, fare un inventario di quello che già si possiede. Ci si accorgerà che alla fine abbiamo già tanto e ci mancherà poco o niente. Tenere sempre presente l’effettiva necessità di un oggetto, evitare ridondanze, tenere sotto controllo il peso e la dimensione totali di quello che si andrà a trasportare perché il peso e il volume sono molto importanti.

– organizzare le attrezzature e i materiali in luoghi idonei, in modo ordinato e che possano essere recuperati nel minor tempo possibile.

– organizzare copie dei propri documenti e quanto potrebbe risultare utile dal punto di vista burocratico, segnare numeri di telefono e altre informazioni fondamentali su un foglietto da tenere dentro il portafogli. Non fare troppo affidamento sugli eventuali archivi elettronici esistenti.

– Senza elettricità o in situazioni di disagio, potrebbe essere necessaria una piccola scorta di denaro contante (quantità in base alle proprie possibilità) perché non si potrebbe essere in grado di prelevare dai bancomat.

– Il serbatoio della propria auto non deve mai arrivare ad essere in riserva, fare il pieno e poi considerare la metà serbatoio come se fosse la riserva e fare di nuovo rifornimento. Sarebbe infine utile disporre di una scorta di carburante (tanica 20/30 lt. facilmente trasportabile), da tenere a casa o in luogo facilmente accessibile, che permetta di muoversi e allontanarsi più facilmente con il proprio automezzo. Il carburante deve essere conservato in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e tenuto in taniche di colore nero o scuro, con il tappo ben chuso.

Poi si deve preparare l’attrezzatura vera e propria, in aggiunta all’EDC e al kit (o i kit) di sopravvivenza e pronto soccorso che si da per scontato già si possiede preparati e ben posizionati. Si tratta di un peso aggiuntivo importante, di conseguenza preparare il tutto dentro una borsa adatta la trasporto, preferibilmente impermeabile, da conservare in luogo sicuro e facilmente accessibile.

Attrezzatura aggiuntiva consigliata:

– caricabatterie pannello solare pieghevole (piegato circa 20×30 cm.) 30/60 W (o maggiore) che si possa attacare ad un powerbank o direttamente ad un dispositivo con uscite usb A,micro,C e uscita 18V DC.

– powerbank 20000/25000 mAh con almeno: 2 porte usb (micro e type C) per ricaricarlo e 2 porte usb A per uscita verso il dispositivo da ricaricare.

– cavo di ricarica da usb A a usb micro

– cavo di ricarica da usb A a usb C

– cavo di prolunga usb maschio-maschio

– cavo di prolunga usb maschio-femmina

– chiavetta o pendrive 32/64 gb, una o due.

– cavo OTG (usb On-The-Go) per far comunicare un dispositivo con altre periferiche usb come Hard Disk esterni, chiavette o pendrive, se mai ci fosse la necessità di trasferire dati da un dispositivo all’altro.

– torcia a led ricaricabile tramite cavo usb, preferibilmente con attacco alla testa.

– lanterna/torcia a led ricaricabile tramite cavo usb.

– radio con torcia ricaricabile, ricarica a manovella e usb.

– cellulare (smartphone) preferibilmente con ricarica usb C, con scheda aggiuntiva di memoria precaricata con manuali e istruzioni varie di utilità in emergenza. Se possibile anche un tablet.

– fornello multicombustibile a compresse tipo Esbit

– fornello a gas (da campeggio) con cartucce di ricambio (gas butano).

– contenitori per l’acqua di diverse dimensioni aggiuntivi per conservare e raccogliere l’acqua.

– mappe e cartine dettagliate, una bussola se già non iclusa in altri kit già pronti.

– una minima scorta di acqua (almeno 2 lt. al giorno per persona) e una minima scorta alimentare (barrette e alimenti che non richiedono cottura, perché non ci potrebbe essere il tempo) per tirare avanti almeno 3 o 4 giorni.

E’ buona regola utilzzare anche solo per prova tutto quanto contenuto nei vari kit , in modo da essere sicuri che si sa come utilizzarli e che funzionano.

E’ importante conservare i numeri di telefono delle diverse organizzazioni di protezione civile, umanitarie e di aiuto, da contattare in caso di necessità. E’importante ragionare preventivamente (perchè durante una crisi vera e propria si ragiona male) a chi rivolgersi in caso di… per chiedere un aiuto iniziale breve o lungo che sia, individuare anche il modo di raggiungere senza mezzi ospedali, comunità civili e religiose, militari, ecc… insomma, compilare una specie di scaletta con l’ordine delle cose da fare. Infine: se si intravede una possibile soluzione momentanea o definitiva che sia, ma questa non è proprio vicino a casa, non esitare a muoversi e intraprendere in qualche modo il viaggio, anche se lungo, verso quella destinazione.

Per finire: una situazione improvvisa di sopravvivenza urbana è più difficile da affrontare, anche mentalmente, di una situazione di sopravvivenza in natura. Anche se non si direbbe i pericoli sono maggiori e le possibilità di prendere strade sbagliate sono maggiori.