In sopravvivenza difficilmente si può essere agricoltori o allevatori, bisogna essere cacciatori e raccoglitori.

Ancora oggi esistono popolazioni che basano il proprio sistema di alimentazione sulla caccia, sulla pesca e sulla raccolta, prelevando il cibo dalla natura selvaggia. Le popolazioni più conosciute sono i Baka Pigmei, i Boscimani (detti anche San) del Kalahari (tra Sudafrica, Namibia e Botswana) in Africa, i Semang in Malesia, gli indios dell’Amazzonia. Per esempio la differenza tra Masai e Baka, nonostante siano entrambi moderatamente nomadi, è proprio quella della loro organizzazione di vita: allevatori e agricoltori i Masai, cacciatori e raccoglitori i Baka.
I cacciatori-raccoglitori si spostano sul territorio per procurarsi quello che serve loro per vivere: il cibo, che ovviamente può essere di origine animale o vegetale.
Prima ancora di conoscere i metodi di caccia e raccolta, questi popoli devono conoscere il territorio e sopratutto conoscere quello che l’ambiente può loro offrire.
Le attività di raccolta riguardano sia il cibo vegetale (frutti, radici, foglie, bacche, …), ma anche il procurarsi larve, insetti e piccoli animali come rettili, anfibi, lumache, crostacei, uccelli che non volano e anche prodotti come miele, uova, ecc… Per la raccolta non servono attrezzature particolari, è sufficiente un contenitore e qualche bastone di legno, con punta per lo scavo o biforcuto per fermare al suolo piccoli rettili.
La caccia è una forma più sofisticata per procurare il cibo. Prevede l’utilizzo di armi, che, anche se primitive, devono essere funzionali e costruite per garantire una buona efficienza. La caccia può essere praticata dal singolo individuo, ma più frequentemente si organizzano battute. La pesca non è quasi mai così importante per i cacciatori-raccoglitori. Lo diventa in ambienti favorevoli a questa attività.
La caratteristica principale di questi popoli è quella di essere uguali economicamente, condividendo il cibo e altri beni materiali. quando I Baka che vivono nelle foreste del Camerun costruiscono una loro capanna tradizionale, il mongulu, formata da sottili rami e ricoperta di foglie di maranta, la costruiscono tutti insieme, indipendentemente da chi poi la utilizza.
Le attività di caccia e di raccolta variano molto da popolo a popolo, ma tutte garantiscono la sopravvivenza.
Secondo l’enciclopedia Treccani riguardo i cacciatori e i raccoglitori:
https://www.treccani.it/enciclopedia/cacciatori-e-raccoglitori-societa-di_%28Enciclopedia-delle-scienze-sociali%29/
“Vi sono gruppi che vivono quasi esclusivamente dei prodotti della raccolta, che costituiscono anche più del 70% della dieta normale (Shoshoni, Boscimani, parecchi Aborigeni australiani e alcuni Californiani). Altri, pur dipendendo in notevole misura dal cibo raccolto, praticano la caccia come attività di una certa importanza economica (Pigmei Mbuti e alcune popolazioni californiane come i Washo, i Tututni e i Diegueño). Altri, infine, quasi tutti stanziati in ambienti artici e subartici a nord del 60° parallelo, vivono esclusivamente, o quasi esclusivamente, del prodotto della caccia e/o della pesca (molti Athapaska e Algonchini dell’America settentrionale, gli Ona dell’estrema punta dell’America meridionale e, soprattutto, gli Eschimesi)”.
Pygmies.org: http://www.pygmies.org/pigmei/
è un sito dedicato ai popoli cacciatori-raccoglitori che abitano le foreste pluviali dell’Africa centrale.
Nel video seguente I cacciatori/raccoglitori Torobo insegnano all’uomo moderno come si può vivere in armonia con la natura senza inutili stress:
The life of an Il Torobo hunter-gatherer:
https://www.youtube.com/watch?v=8Ul5uIpJWbQ