
Sopravvivenza urbana:
quando un utilizzo particolare delle tecnologie informatiche può influire sulla organizzazione individuale.
Il mondo è ormai comandato dall’informatica e dalla tecnologia digitale. La stragrande maggioranza dei PC funziona perché ha, al suo interno, software proprietario (codice sorgente chiuso e impossibile da leggere o modificare). Bisognerebbe però capire come diventare padroni dell’hardware per utilizzarlo al meglio in tutte le situazioni, sopratutto quelle di emergenza. Mi riferisco alle più comuni situazioni: manipolazione delle informazioni, trasmissioni radio, radio cb (bande di frequenze radio, dall’inglese citizens’ band) accesso alle reti informatiche, ecc… . Parlo ovviamente di vita di tutti i giorni, ma che si può trasformare per qualsiasi causa in sopravvivenza urbana. Nel 1997 ho deciso di abbandonare il software proprietario e installare sui miei computer (fissi e successivamente anche portatili) una distribuzione UNIX libera nel codice sorgente, con la possibilità di essere copiata, modificata (se si è in grado di farlo) e distribuita ad altri: DEBIAN GNU/LINUX (negli anni successivi anche UBUNTU e per la precisione XUBUNTU).

Il software libero è una questione di libertà: ognuno deve essere libero di utilizzare il software in ogni modo che sia socialmente utile. Il software differisce dagli oggetti materiali che siamo abituati a toccare con mano, in quanto può essere copiato e modificato molto più facilmente e chi usa software deve potersene avvantaggiare. Il “software libero” è una questione di libertà, non di prezzo. In inglese il termine free può significare sia libero che gratuito. Fortunatamente nella nostra lingua riusciamo a distinguere bene cosa vuol dire libero e cosa vuol dire gratuito.
L’espressione “software libero” si riferisce alla libertà dell’utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software. Più precisamente, esso si riferisce a quattro tipi di libertà per gli utenti del software:
– Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo .
– Libertà di studiare come funziona il programma e adattarlo alle proprie necessità. L’accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
– Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo.
– Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti (e le versioni modificate in genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio. L’accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
Un programma è software libero se l’utente ha tutte queste libertà. In particolare, se è libero di ridistribuire copie, con o senza modifiche, gratis o addebitando delle spese di distribuzione a chiunque ed ovunque. Essere liberi di fare queste cose significa (tra l’altro) che non bisogna chiedere o pagare nessun permesso.
Al di là del software: I manuali del software devono essere liberi, per le medesime ragioni per cui il software deve essere libero, e perché i manuali sono parte del software. Lo stesso ragionamento si applica ad altri tipi di lavori di utilizzo pratico — lavori che raccolgono conoscenze utili, come opere didattiche e di riferimento. Wikipedia è l’esempio più noto. Ogni tipo di lavoro può essere libero, e la definizione di software libero è stata estesa per diventare una definizione di opera culturale libera che si può applicare ad ogni tipo di lavoro.

In pratica, che cos’è questo “software libero”?
Può essere il sistema operativo che permette ai computer e altri dispositivi di funzionare.
Può essere tutto il resto del software che ci occorre dopo aver avviato il computer con il sistema operativo. Perché un computer può essere utilizzato per una serie infinita di operazioni e cose da fare.
Può essere il software che permette ai radioamatori di comunicare tra loro o alle stazioni radio di trasmettere o alle stazioni televisive di trasmettere o alle stazioni meteorologiche o di ricerca di raccogliere i dati che ci servono in un determinato momento sfavorevole.
Il software libero non ha proprietari, non è manipolato dalle potenze, il suo codice sorgente è aperto, nel breve periodo, chi sa studiarlo, capirebbe se ci sono truffe, raggiri o cose malvagie sotto.

Esempi di software libero:
Prima di tutto il kernel Linux, poi il software GNU, poi tutto il software non GNU sotto licenza GPL e poi tutte le distribuzioni GNU/Linux. Si chiamano “distribuzioni” perché non sono solo sistema operativo fine a se sesso, hanno al loro interno tutto il software che può essere utile per eseguire una serie infinita di operazioni e, se questo software non fosse sufficiente, una distribuzione GNU/Linux contiene linguaggi di programmazione, compilatori, debugger e quant’altro per scrivere e far funzionare qualsiasi software può venire in mente. Va da se, che tutta questa libertà comporta il fatto che, casualmente questo software sia gratuito e tutti i popoli, ricchi o poveri, possono utilizzarlo a loro beneficio.
Esempi di software non libero (proprietario):
Il sistema operativo che si trova dentro un personal computer o un notebook se preinstallato al momento dell’acquisto, con codice sorgente chiuso, che nessuno sa cosa ci sia dentro, fatto pagare profumatamente e senza che noi possiamo decidere se volerlo oppure cambiarlo. La maggior parte del software che gira sotto questo sistema operativo che come lui è a codice sorgente chiuso e proprietario.
Cosa faccio dal 1997?
Quando acquisto un personal computer o un notebook (prestando attenzione a prendere macchine con determinate caratteristiche e che riducono al minimo le difficoltà per l’utilizzo di distribuzioni GNU/Linux), se non posso scegliere macchine vuote, cancello tutto il software che ci trovo dentro e, dopo aver preparato tutto ci installo la distribuzione Debian GNU/Linux (ma anche Xubuntu). Una distribuzione GNU/Linux vale l’altra. Scelgo Debian o Xubuntu perchè ormai mi trovo bene così. Chiunque, anche se poco esperto, troverà in rete o nella sua zona di residenza, qualcuno che sarà disposto ad aiutarlo per l’utilizzo del software libero.
Anche questa è sopravvivenza urbana. Perché? Basta riflettere bene su tutto quanto è stato scritto…
Per approfondire:
Debian il sistema operativo universale
Classificazione del Software Libero e non libero