Sopravvivenza urbana: sopravvivere tutti i giorni

Sempre più spesso si sente dire: con lo stipendio non riesco ad arrivare a fine mese… oppure: non ho niente da mangiare e non so cosa far mangiare ai miei figli… o ancora: ho preso i soldi da una carta revolving perché era facile e immediato, ora non so più come restituirli… Purtroppo nell’era del dopo covid sempre più nuclei familiari (sia che siano composti da una sola persona, anziana o in età lavorativa, che da coniugi con figli) si trovano tutti i giorni a fronteggiare una crisi profonda (economicamente insuperabile) e un profondo disagio che porta a mettere in dubbio e a trascurare gli elementi più importanti di una vita, ovvero famiglia, lavoro, amicizie e, non ultimo cura di se stessi e del proprio corpo. La pandemia ha contribuito indubbiamente a creare questa profonda crisi in un numero sempre maggiore di persone, ma già dal primo decennio degli anni 2000 si sono accentuati moltissimi fenomeni causa di diffuse situazioni sfavorevoli. Le misure di protezione sociale e in genere gli aiuti economici che il governo accorda ai più disagiati, costituiscono sicuramente un primo benessere corporale e psicologico. Come spesso accade però, le misure di aiuto prese dai governi non hanno in molti casi una destinazione giusta, nel senso che chi a ha bisogno veramente, per tante ragioni burocratiche e di calcolo, potrebbe rimanere escluso, a vantaggio di chi non ha bisogno e tenta solo di approfittare della situazione. Il problema però non è temporaneo e queste forme di aiuto, una volta che vengono a mancare, gettano di nuovo nello sconforto e nell’indigenza tantissime persone. La principale grossa difficoltà è la mancanza di lavoro oppure, dove anche ci sia almeno una persona che lavora nel nucleo familiare, il rapporto tra entrate (lo stipendio che si porta a casa a fine mese) e le uscite (i soldi occorrenti nel mese), è quasi sempre di gran lunga sfavorevole e non si riesce proprio a coprire le spese. Ci si mettono poi alcuni debiti che le famiglie hanno contratto attraverso la concessione di finanziamenti facili da avere, ma pieni di insidie e costi usuranti, come le carte revolving o simili, che i governi non hanno mai pensato di fronteggiare con leggi adeguate di aiuto per la gente. In questo caos, moltissime persone si trovano in una situazione apparentemente (o veramente) di difficile risoluzione. Inutile nascondere una fatto evidente a tutti: la tranquillità economica risolve tutto, nella buona o nella cattiva sorte. Se si dispone di una solida situazione finanziaria, sarà molto più facile affrontare qualsiasi cosa, dai disastri naturali alla disoccupazione. Non si tratta quindi di prepararsi ai disastri o alle calamità naturali che potrebbero accadere, nel disastro e nella calamità ci si trova già dentro e in qualche modo si deve venirne fuori. C’è una via di uscita? E’ molto difficile dare una risposta. Come già scritto, si deve risolvere prima di tutto la situazione finanziaria, portandola, se non in attivo, almeno verso il pareggio. Si possono individuare dei percorsi pratici da seguire. Cerchiamo di capire cosa sia umanamente fattibile, senza andare a cercare soluzioni fantascientifiche e impossibili.

  • Prendere coscienza della propria situazione. Prendere coscienza significa rendersi esattamente conto della situazione, anche se questo può comportare dolore e svegliarsi da un torpore comodo.
  • Impostare in forma scritta e quanto più dettagliatamente possibile, per un arco temporale di un mese, una colonna delle entrate con il saldo e una colonna delle uscite con il saldo, analizzando come periodo di partenza, il mese precedente di quello in cui si inizia. Il mese di riferimento di inizio deve essere un periodo assolutamente normale, senza entrate o uscite impreviste, anche se queste ultime spesso ci sono e non sono affatto di semplice soluzione. Analizziamo i saldi delle due colonne. Se il saldo delle uscite è superiore al saldo delle entrate, bisogna adottare tutta una serie di accorgimenti per fare in modo che le entrate diventino superiori alle uscite o comunque accettabili. Le entrate non devono mai essere inferiori alle uscite.
  • Individuare, senza scusanti di comodo, tutte le uscite non indispensabili ed eliminarle immediatamente fino a che la situazione non le permette di nuovo.

    Regolarizzare con documenti validi (per esempio in Italia è spesso richiesto l’ISEE) la propria situazione di bisogno, in modo che si possa accedere a bonus e contributi altrimenti inaccessibili.

    L’ISEE è l’indicatore che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari che intendono richiedere una prestazione sociale agevolata. L’accesso a queste prestazioni, infatti, come ai servizi di pubblica utilità a condizioni agevolate (telefono fisso, luce, gas, ecc.) è legato al possesso di determinati requisiti soggettivi e alla situazione economica della famiglia. L’ISEE serve a determinare in modo equo la partecipazione al costo delle prestazioni sociali e sociosanitarie dei residenti ed è soggetto a controlli. Per ottenere la propria certificazione ISEE è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), un documento che contiene le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale necessarie a descrivere la situazione economica del nucleo familiare. Per la compilazione vera e propria, tutti i centri CAAF e organizzazioni simili sono disponibili gratuitamente per le pratiche. C’é anche l’ISEE pecompilato che si può estrarre autonomamente dal sito INPS. La DSU può essere presentata in qualsiasi periodo dell’anno. Gli ISEE devono essere elaborati una volta l’anno e hanno validità fino al 31 dicembre dello stesso anno (validità estesa in certi casi al marzo dell’anno dopo).

    Inoltre provare le seguenti operazioni:
  • Inquadrare le uscite certe e obbligatorie ed elencare per possibili adeguamenti le uscite variabili.
  • Risolvere la situazione delle uscite nel settore alimentare chiedendo aiuti ad organizzazioni umanitarie di distribuzione di prodotti alimentari (Banco Alimentare, Caritas, Segretariati Sociali, ecc…) o di aiuti con buoni spesa. Nelle situazioni più estreme sono operative in molte località, strutture come mense pubbliche e simili dove recarsi per avere un pasto caldo.
  • In quasi tutte le località ci sono organizzazioni che promuovono il metodo del riuso e dello scambio di abiti usati e di accessori indispensabili nella vita di tutti i giorni. Ci sono anche organizzazioni che aiutano con la fornitura di capi di abbigliamento a chi ne ha più bisogno.
  • Rivolgersi poi ad associazioni come la Caritas o i Segretariati Sociali, per essere introdotti presso i centri di Sanità Solidale per visite e cure necessarie e momentaneamente irraggiungibili. Rivolgersi ancora alle stesse per avere gratuitamente (ci sono i modi e i sistemi) libri di testo per la scuola dei figli e altri materiali scolastici. Per quanto riguarda la scuola informarsi anche presso il proprio comune che spesso stanzia fondi per questo settore.
  • I centri di distribuzione alimentare, sopratutto all’ingrosso, ma anche al dettaglio (mercati, negozi ortofrutta, panifici, macellerie, mulini), producono giornalmente scarti di cibo fresco (penso sopratutto ai mercati di frutta e verdura) che è ancora buono e mangiabile ma deve essere scartato per legge. Individuare e frequentare abitualmente, intorno all’orario di chiusura, le strutture all’ingrosso e al dettaglio come i mercati ortofrutticoli, i centri di lavorazione latticini e di lavorazione carni, i mulini dove si produce la farina. E’ sottinteso poi che, in ambito domestico, l’organizzazione e il riciclo del cibo devono dare uno scarto organico vicino il più possibile a zero.
  • Cercare di rimodulare, abbassando gli importi delle rate e aumentando il tempo di restituzione, oppure sostituirli con formule più vantaggiose, eventuali finanziamenti onerosi, che sottraggono importanti cifre mensili, rivolgendosi a centri o organizzazioni esperti nel settore.
  • Cercare tutte le opportunità di lavoro che la proprie condizioni fisiche, di istruzione e di tempo permettono, accettando sempre quando si ricevono proposte ragionevoli e che ci aiutano sensibilmente a migliorare la condizione.

Ho fatto leggere questo articolo ad un amico che si trova in condizioni di necessità economica e mi ha risposto:
“ma non c’è niente di nuovo, io queste cose già le conosco”
Ho risposto:
“allora perché non le fai?”
Sopravvivere, quando si ha veramente bisogno, diventa un vero e proprio mestiere e come tale va fatto tutti i giorni per tutte le ore che le varie azioni richiedono. Non cadere assolutamente nell’apatia (forte carenza di motivazione e conseguente forte riduzione dei comportamenti finalizzati, indifferenza emotiva nei confronti del mondo esterno) ma superarla per tenere lontane depressione, ansia e svogliatezza.

Leggere anche:

https://aulascienze.scuola.zanichelli.it/multimedia-scienze/come-te-lo-spiego-scienze/reddito-poverta-e-benessere (Reddito, povertà e benessere. Un viaggio alla scoperta dei risvolti economici di termini che usiamo quotidianamente e definiscono il tenore di vita di persone e famiglie)

Nuovi poveri [esodati, povertà assoluta, povertà relativa] (articolo probabilmente datato con cifre sicuramente molto più basse rispetto a quelle degli anni correnti 2020-2023)

documento allegato:
Recupero, raccolta e DISTRIBUZIONE ai fini di solidarietà sociale
Manuale Per corrette prassi operative Per le organizzazioni caritative, serve per capire meglio a chi rivolgersi.

Interessante poi questo video di “Il Fatto Quotidino” che illustra il modo di cibarsi di frutta e verdura recuperate dall’invenduto delle bancarelle dei mercati:

https://www.youtube.com/watch?v=8wH-KtIB3oc