Realizzare corde con materiali che si trovano in natura
i materiali utilizzabili sono:
- radici di alberi, private della corteccia esterna e se troppo grandi sezionate in strisce sottili
- corteccia presa da piccoli rami verdi di alberi o cespugli con proprietà elastiche buone come salice, faggio, olmo, betulla, pioppo, yucca, ortica, piante e arbusti sempreverdi, erica scoparia e erica arborea (l’erica scoparia è detta anche scopa femmina, quella arborea è detta scopa maschio), edere, liane, rampicanti, erbe e arbusti lunghi e flessibili. Si possono utilizzare anche tendini di animali.

Il materiale utilizzato deve essere ridotto sempre in strisce sottili (le radici possono essere battute con un sasso o un tronchetto per essere separate dalla corteccia) e lavorato bagnato perchè più flessibile. Normalmente si usa la tecnica dell’intreccio a tre fili (perchè più veloce e abbastanza solida) e si intreccia come si vede nei disegni sotto
È più conveniente lasciare l’intreccio non troppo stretto e più morbido (le spire poco strette) in modo che rimanga più flessibile. I tre capi possono essere anche attorcigliati e poi alla fine fermati con un nodo in modo che le spire non si riaprono. I metodi per intrecciare se ben utilizzati, sono comunque tutti validi. Un mio anziano vicino di casa di tanti anni fa (oggi avrebbe circa 120 anni), dopo aver tenuto le fibre a bagno per tutta la notte, le univa tre o quattro con un nodo e poi sempre bagnate le faceva roteare sulla gamba con il palmo della mano, poi legava la parte terminale con un altro nodo e otteneva ottimi spezzoni, le spire asciutte non si muovevano più. Per ottenere corde più lunghe si uniscono infine gli spezzoni (qualsiasi sia l’intreccio utilizzato) tra loro con un nodo adatto come quello dell’immagine sotto, chiamato nodo del pescatore o nodo inglese (funziona meglio se i diametri sono simili).
