Autosufficienza

Definizione di autosufficienza: bastare a sé stesso e, se necessario ai propri familiari, disponibilità di energie e di mezzi sufficienti a far fronte alle proprie necessità, capacità di provvedere a se stessi in autonomia e indipendenza, attraverso una serie di operazioni e abilità acquisite. L’autosufficienza deve riguardare le necessità basilari: riparo (abitazione e tutto quanto per farla andare avanti), acqua, cibo, abbigliamento e necessità di base che soddisfano i bisogni del nostro corpo.

All’inizio di questo articolo si deve necessariamente fare una premessa: quando si parla di autosufficiena ci si riferisce ad una condizione di vita normale o comunque se si parla di sopravvivenza, questa è sempre urbana e di un mondo tanto o poco civilizzato. Scrivo questo perchè vivere o sopravvivere nella natura o in mezzo al nulla, sottintende già essere completamente autosufficienti, perchè ovviamente non c’è nessuno che fornisce prodotti o servizi.

Autosufficicienza nella pratica vuol dire non dipendere dagli altri per avere il necessario che ci permette di vivere o sopravvivere.
C’è da dire però che non dipendere prorio per niente dagli altri è abbastanza complicato, in certe situazioni non significa più vivere, ma sopravvivere sempre e, in molti casi, sopravvivere malamente.

Senza voler raggiungere tutto questo ma per avvicinarsi il più possibile all’autosufficienza è necessario imparare le tecniche e muoversi in quattro direzioni principali: raccolta, caccia, agricoltura e allevamento. Ancora prima di imparare le basi dell’agricoltura e dell’allevamento, è necessario capire cosa fare durante la raccolta e la caccia (in questo caso, cacciare non significa solo uccidere un animale per mangiare, significa anche catturare e allevare determinati animali).

L’autosufficienza può far uso anche di scambi con chi è in possesso di quello che ci serve in quel momento.
Gli scambi, da che esiste l’uomo, sono basati, come dice il termine, nel cedere una cosa che si ha in più o si produce, in cambio di una cosa che non si ha e ci serve (parliamo di necessità oggettive, non di voglie del momento).
Come possono funzionare gli scambi? Nell’era moderna la parola scambio è sempre associata alla moneta (di invenzione greca), che è nata per dare un valore alle varie cose (un maiale vale tot monete, vendo il maiale che ho allevato, incasso un tot di monete e ci compro abiti, accessori necessari e cose, anche alimentari, che non ho).
Anche la prestazione di manodopera al giorno d’oggi si paga con moneta e non è più oggetto di scambio.
Prima della moneta si andava avanti lo stesso e forse gli scambi risultavano più onesti e credibili. Il concetto di baratto può essere sicuramente rispolverato in molte situazioni. Si intuisce facilmente che il metodo del baratto potrebbe essere messo in pratica quanto più gli ambienti sono lontani dal mondo artificiale, industriale e chimico, come per esempio aziende agricole e allevamenti, mercati contadini, mercati dell’usato e di scambio merci, spazi di baratto solidale, GAS (gruppi di acquisto solidale).

Cosa possiamo offrire oltre a prodotti alimentari autoprodotti in eccesso?
Si potrebbe imparare a fare oggetti artigianali utili… oppure offrire una qualsiasi prestazione di servizio che siamo in grado di svolgere (non solo manodopera). Infine un accenno anche all’economia collaborativa in generale (ognuno potrà approfondire come meglio crede) intesa come scambio di beni o servizi tra i diretti interessati sulla base della fiducia, con meno intermediari possibili e alle migliori condizioni possibili. Rientrano in questa definizione anche pratiche relativamente nuove come ri-uso, scambio o baratto… e così via.

Al di la dei fondamentali dell’autosufficienza, elencherò a seguire una serie di accorgimenti o soluzioni o come si preferisce chiamarli, che aiutano ad avvicinarsi a scelte, ad abitudini e modi di fare e sopratutto insegnano ad essere indipendenti per quanto possibile e fare a meno di molte cose che in situazioni di emergenza o difficili, mancheranno sicuramente.

– Fare la spesa è la prima cosa da imparare se quello che si autoproduce non è sufficiente per l’alimentazione. Si dovrebbero sempre o quasi acquistare le materie prime ed eseguire le lavorazioni in proprio, estendendo il concetto di scorte di emergenza (che ho già evidenziato nell’articolo https://www.sopravvivere.org/2023/07/08/scorte-e-gestione-degli-alimenti/) alle materie necessarie a produrre alimenti di immediata, media e lunga scadenza. per materie necessarie intendo prodotti alimentari come farine, condimenti, insaporitori e conservatori (sale), ma anche stoviglie, utensili vari, tessuti, calzature, arredi… e così via.

– Si può fare tranquillamente a meno (o ridurre sensibilmente) di elettricità, di gas, di prodotti chimici e petroliferi. La nostra vita non è un’industria che ha necessità di enormi risorse. Basta poco per vivere bene, molto meno di quello che si potrebbe immaginare.

– Si può prestare qualcosa che si possiede a qualcuno e successivamente quando se ne ha necessità, quel qualcuno ci può rendere il servizio prestandoci quello che ci serve e che lui ha.

– Dalle mie parti si dice: sei un aggeggino, che deriva da aggeggiare o riparare alla meglio. Un aggeggino è qualcosa di più completo come termine, non è solo uno che aggeggia, ma è uno che ha una buona manualità se la cava con i pochi mezzi che ha a disposizione, in riparazioni, sistemazioni, ripristini, ma anche incombenze della vita di tutti i giorni. Se ti arrangi e impari a fare da te varie cose, sei più indipendente e autosufficiente di chi non riesce e deve rivolgersi ad altri. Estendendo il concetto, riscrivo qui quello che ho scritto nella pagina iniziale del sito dove mi presento: “mi trovo a mio agio (e so utilizzare al meglio le varie attrezzature) in ambienti agricoli, zootecnici, forestali. Conosco le tecniche di coltivazione, allevamento, caccia, pesca, meteorologia. So lavorare le carni e le so conservare con vari sistemi come l’essiccazione, l’affumicatura, la salatura, la conservazione in olio, ecc.. . Conosco, anche se in modo superficiale le erbe e le piante più comuni e so utilizzarle per trarne nutrimento o medicamento. Le mie conoscenze si estendono anche a sfruttare al meglio le opportunità e le situazioni in ambienti urbani e metropolitani e so eseguire anche piccoli interventi di elettronica, meccanica, idraulica, elettricità, falegnameria, edilizia. Conosco bene l’informatica e i computer, le reti, le telecomunicazioni, i ponti radio, i sistemi fwa, …” Impara per quanto ti è possibile tutto quello che è possibile imparare, giorno dopo giorno, quando si presenta un problema che deve essere risolto. Non delegare sempre gli altri oppure se e quando lo fai, cerca di capire cosa fanno, per replicare quando si ripresenta la necessità.

Ovviamente si possono trovare tutti i compromessi e le vie di mezzo immaginabili, sopratutto per quanto riguarda l’energia elettrica, come ad esempio:

autoproduzione di energia elettrica (dal sito Enel):
https://www.enelx.com/it/it/faq/autoproduzione-energia-elettrica


Dove c’è disponibilità di combustibile, si può pensare anche ai gruppi elettrogeni (da Wikipedia):
https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_elettrogeno