Boma (recinto, enclosure)

Un boma realizzato con rami spinosi di acacia in un villaggio rurale della contea di Isiolo, in Kenya. Foto scattata durante una campagna di immunizzazione contro la poliomielite nell’ottobre 2018. Autore Matthew Groenewold.

L’idea del boma o kraal (recinto) mi è sempre piaciuta. Non tanto come recinto per gli animali, che è l’utilizzo che ne fanno alcune popolazioni africane, quanto come idea di recinto intorno al rifugio che protegga e dia sicurezza. Non so quanto sia utile o efficace come protezione (probabilmente lo è). So solo che tutte le volte che ho costruito un boma intorno al rifugio, mi sono sentito più sicuro e protetto, più a casa e, ho vissuto lo spazio dentro al boma proprio come un cortile, per farci mille cose.
Dopo la costruzione di un rifugio solido e possibilmente comodo, dopo l’individuazione e l’organizzazione dell’approvvigionamento di acqua, dopo il fuoco e dopo qualche tentativo di procurarci il cibo,
cos’altro si può fare per passare la giornata, per non pensare troppo alla condizione in cui ci troviamo, per provare a stare bene nonostante tutto?
Ci vogliono i passatempi e uno di questi è proprio il miglioramento del posto in cui ci troviamo.
Il boma, in questo senso è un ottimo passatempo, il risultato finale ci gratifica in tutti i sensi e ci da una sensazione di benessere che ci fa proprio comodo.

Foto: https://experiment.com/u/sdfUzw

Ecco perchè, se e quando posso, costruisco sempre un boma intorno al rifugio.
Il boma, come nelle foto, può essere costruito con rami spinosi, con materiali legnosi di scarto come frasche, rovi, pruni e altra vegetazione.
può essere però costruito anche in modo più elegante, con pali piantati per terra e tutta una serie di rami o canne intrecciate che formano un muro. La fantasia in questi casi non è mai troppa.