
Parte pratica: utilizzo di metodi di base, materiali e strumenti. Modificare per adattare alle proprie esigenze tutto quello che si è imparato.La teoria è importante, bisogna informarsi e comprendere, assimilare informazioni e quante più cose possibili. Nell’era di internet è diventato estremamente facile procurare le informazioni per impostare una buon percorso di preparazione teorica.
– cercare di allenare il nostro cervello ad adeguarsi con meno difficoltà possibili ad una nuova situazione di emergenza (è sicuro che, nel momento iniziale, si prova uno shock abbastanza violento e uno stato di disorientamento che con tutta la calma possibile deve essere superato (prima di prendere una qualsiasi decisione o intraprendere nuove azioni), avere paura è umano, cercare di reagire nel modo migliore senza troppi danni alla situazione difficile che si è creata, è qualcosa che si può solo imparare.
– mantenere per quanto possibile una buona forma fisica, che può aiutare nelle situazioni più impegnative e faticose, compatibilmente con l’età e con le proprie possibilità: prestare attenzione all’alimentazione, se si conduce una vita sedentaria, compensarla con passeggiate e attività fisiche che impegnano il corpo (anche le pulizie domestiche sono per esempio attività fisiche…)
– imparare a proteggere il proprio corpo e a mantenerlo sano, evitando gesti e movimenti pericolosi, prestando attenzione alla flora e alla fauna che potrebbe danneggiare e creare problemi, la sopravvivenza è fatta anche di calma, di meditazione di attenzione verso qualsiasi cosa superflua e inutile, non siamo Tarzan, siamo semplicemente degli esseri umani che trovandosi in difficoltà e in ambienti ostili (urbani o nella natura selvaggia), cercano di uscirne con meno danni possibili.
– imparare a maneggiare e utilizzare gli attrezzi da taglio, i più comuni, per coprire varie esigenze. Oguno ha le sue caratteristiche e proprietà. E’ molto utile conoscere bene ogni strumento da taglio (coltello e lame in genere, accetta, machete, manaresso, pennato, roncola, sega) per capire fino dove spingersi durante l’uso, mantenendolo bene, senza rovinarlo o romperlo (non fare cose per cui non è adatto). Conoscere l’affilatura e curare il tagliente utilizzando mezzi semplici e facilmente reperibili in natura (soprattutto pietre). Raggiungere un buon livello di utilizzo sicuro e consapevole significa infine allungare la vita dello strumento e ridurre al minimo i rischi di infortuni che possono accadere durante l’uso.
– imparare a costruire un riparo, solido e ben fatto, anche con pochi mezzi,per proteggere il corpo dalle intemperie e dall’ambiente esterno meglio che si può.
– imparare a costruire e utilizzare armi primitive per caccia e difesa, fatte con legno e materiali naturali trovati sul posto, imparare a costruire oggetti utili nella nuova vita di tutti i giorni utilizzando anche per questi materiali naturali, dai contenitori, alle corde, alle reti, agli strumenti di protezione, costruire attrezzi utili per un campo, per cacciare e per procurarsi il cibo in generale…
– imparare ad accendere un fuoco con qualsiasi cosa si possa avere disponibile, con qualsiasi metodo conosciuto, riuscire a capire dove e come trovare una valida esca e legno asciutto adatti per un’accensione e un proseguimento più semplice. Il fuoco è fondamentale. Ci sono alcuni popoli indigeni (che vivono ancora in modo naturale e lontano dalle forme di civiltà moderna come le conosciamo), ad esempio gli Inuit, che raramente fanno uso del fuoco. Questo per dire che se si riesce a disporre del fuoco è una grandissima conquista, se non ci si riesce, non ci si deve abbattere e si deve provare a raggiungere il giusto equilibrio anche senza il fuoco.
– imparare a fare i nodi di base, in sopravvivenza bastano veramente pochi nodi per fare di tutto e non sono nemmeno complicati o difficili da fare.
– imparare a riconoscere le piante che crescono spontaneamente che potrebbero essere tossiche, nocive o addirittura mortali, tutte le altre sono ragionevolmente sicure da mangiare.
– imparare a riconoscere alcune piante che possono sostituire medicine e medicamenti per uso esterno e sulla pelle.
– imparare a riconoscere le tracce degli animali più comuni e a capirne le abitudini, questo per avere un certo vantaggio nel procurare il cibo.
– imparare ad individuare fonti di acqua tramite l’osservazione, come ad esempio il volo e la direzione in cui vanno gli uccelli, i sentieri che tracciano gli animali verso fonti di acqua, la vegetazione e il terreno, imparare ad estrarre l’acqua da varie fonti e in vari modi.
– imparare ad orientarsi con gli alberi, i terreni, il cielo diurno e notturno e, soprattutto, imparare a non perdersi se e quando ci si muove.
In queste pagine, poco alla volta, si cercherà di spiegare tutto quanto possa essere utile. Come mettere in pratica quanto scritto, deve essere poi deciso da chi legge, in pena autonomia.
Per concludere, con riferimento ai corsi e alle possibilità di insegnamento delle tecniche di sopravvivenza posso finalmente scrivere:
– considero corsi di sopravvivenza quelli che con serietà e competenza, cercano di insegnare (compatibilmente con il tempo che si ha a disposizione e la lunghezza del corso stesso) quanto elencato nei punti scritti sopra.
– non considero corsi di sopravvivenza tutti quei corsi che vorrebbero stupire con effetti speciali, come ponti tibetani, scalate e discese di dirupi con corde e imbracature, attraversamenti paludosi e tutto quanto possa mettere in serio pericolo la nostra vita, rivelandosi alla fine di scarsa o nessuna utilità.
Se i corsi di sopravvivenza seri e strutturati, fossero troppo corti per apprendere sufficientemente di tutto un po’, si potrebbe anche frequentare chi in mezzo alla natura ci vive tutti i giorni e ci deve sudare per mangiare (boscaioli, carbonari, agricoltori, pescatori, allevatori, gente di campagna, artigiani costruttori di cose utili per questa determinata situazione) oppure chi pratica hobby e passatempi che portano a trovarsi in situazioni particolarmente utili (campeggio, trekking, caccia e pesca, agricoltura e llevamento, …). Oppure, ancora, chi ha scelto uno stile di vita “particolare”, come per esempio i nomadi, i backpaker (possono insegnare molte cose per quanto riguarda la sopravvivenza urbana) e anche, eremiti o chi vive in contesti isolati, con pochissime o quasi nessuna comodità a disposizione. Anche gli appassionati di bushcraft (vivere e saper fare tutta una serie di cose nei boschi) possono aiutare ad apprendere alcune abilità di base.