Priorità in sopravvivenza: aria, riparo, acqua e cibo
Numerosi corsi di sopravvivenza, sia civili che militari, evidenziano il fatto che la maggior parte delle persone senza addestramento alla sopravvivenza tendono a mettere le cose da fare nell’ordine sbagliato, si pensa magari subito al cibo e si trascurano il riparo e l’esposizione. Si pensa ad un benessere immediato come per esempio il mangiare perché il cervello tende ad apprezzare di più le cose immediate e che si toccano con mano, piuttosto che i vantaggi a lungo termine come creare un rifugio o creare benessere allestendo un campo e le sue comodità. Purtroppo, forse anche per la moda di questi ultimi anni, ci sono molti (non tutti) programmi TV di sopravvivenza veramente ridicoli, i cosiddetti reality show, che si concentrano sull’intrattenimento piuttosto che insegnare pratiche utili e migliori, facendo credere che la prima cosa da fare sia per esempio trovare cibo e andare a caccia. Questo solo perché i programmi sono studiati a tavolino per mantenere alto l’audience e fare buoni contratti pubblicitari.
La regola del 3 in sopravvivenza è una cosa simpatica e facilmente assimilabile. Indica a cosa dare priorità in caso dovessimo trovarci in una situazione d’emergenza. Le priorità di base da soddisfare sono in ordine: aria, riparo (fuoco), acqua e cibo.
3 minuti senza aria. Non riuscire a respirare, sanguinare molto, shock anafilattico, cadute e colpi forti alla schiena, …
3 ore senza riparo. Protezione del corpo per mantenerlo più sano e più in forma possibile, protezione da condizioni atmosferiche (freddo, caldo, pioggia, neve, …), ipotermia, ipertermia, protezione da insetti e da animali, stati di malattia e condizioni debilitanti dell’organismo, …
3 giorni senz’acqua. Approvvigionamento costante e abbondante, anche attraverso alimenti particolarmente ricchi di acqua, …
3 settimane senza cibo. Approvvigionamento sufficiente e possibilmente variabile (composto da diverse fonti di vitamine, proteine, grassi, carboidrati, …)
La regola indica l’ordine delle priorità in cui devono essere soddisfatte. Inutile avere cibo se non si ha l’acqua e il nostro corpo non è in condizioni accettabili.
La regola dei 3 potrebbe sembrare troppo semplicistica. Il suo scopo però è quello di aiutare a prendere decisioni senza perdere troppo tempo in una situazione di sopravvivenza. Il fatto che sia troppo semplice, non significa che è superficiale, ma ha il solo scopo di ricordarla bene e renderla sicuramente utile.
E’ ovvio che i minuti, ore, giorni e settimane non sono esatti, variano a seconda del clima, in base alle condizioni fisiche degli individui e alla loro capacità di resistere. Variano anche in base alle zone della terra, alle altitudini, ecc..
1) aria
Senza aria si muore e senza aria muoiono praticamente tutti gli esseri viventi (persone, animali e piante). L’ossigeno deve essere assunto in maniera continuativa e attraverso il sangue va ad alimentare le cellule. Qualsiasi interruzione permanente di aria provoca la morte certa. In apnea c’è stato chi ha resistito 24 minuti. C’è da dire però che gli esseri umani trattengono più facilmente il respiro sott’acqua, questo di riflesso, per evitare di annegare. L’annegamento non è l’unico modo di morire senz’aria. Qualsiasi situazione che interrompe la respirazione può comportare un rischio di morte immediata, come per esempio, soffocare a causa del cibo. Normalmente la morte cerebrale irreversibile si verifica entro 10 minuti se non si è in grado di respirare o di ricevere assistenza medica. oltre gli incidenti casuali, come il soffocamento o l’annegamento, ci sono diverse cause che possono portare alla morte per mancanza d’aria: Sono le cause chimiche, biologiche, radiologiche, nucleari, tutte queste cause possono provocare danni mortali per inalazione. Anche l’inalazione di fumo a seguito di incendi, è una possibile causa di mancanza d’aria.
2) riparo
Questa categoria copre tutto ciò che si frappone tra l’uomo e gli elementi avversi. E’ importante saper costruire rifugi in modo veloce, efficaci per proteggere da quello che c’è fuori. Il caldo e il freddo estremi possono essere mortali per il corpo umano. Un buon rifugio oltre a proteggere dal clima avverso (caldo, freddo, pioggia, vento, …), deve proteggere anche da altre cose, come gli animali e deve essere accogliente per far sentire a proprio agio e infondere ottimismo.
Insieme al riparo, dovrebbero far parte di questa seconda regola anche il fuoco e la cura della persona, con tutti i mezzi possibili che si hanno a disposizione.
3) acqua
La sete è fastidiosa e la mancanza d’acqua nel breve periodo è mortale. Il nostro corpo è formato principalmente da acqua (si va dal 30% nelle ossa, fino al 73% nel cervello e al 83% nei polmoni). I bambini hanno bisogno di più acqua, le donne hanno bisogno di meno acqua degli uomini (anche se parliamo di percentuali molto basse). Avere sete indica già un processo avviato di mancanza d’acqua. La disidratazione, anche se leggera, influisce sull’umore, sulla memoria, sulla capacità di attenzione e coordinazione. I reni iniziano a trattenere l’acqua e la voglia di urinare si riduce. Continuando senza acqua il sangue inizia ad addensarsi e il sistema cardiovascolare risulta stressato. Iniziano fenomeni di stordimento e svenimento. A seguire, le varie parti del corpo iniziano a morire. Il consumo e il reintegro di acqua varia in velocità in base all’attività fisica, alle temperature e così via. E’ opinione comune che in condizioni normali il corpo necessita di circa 2 litri di liquidi al giorno. Anche gli alimenti contengono liquidi in modo più o meno variabile. Se facciamo riferimento alla sola acqua, il fabbisogno giornaliero dovrebbe essere di circa 1,2/1,5 litri perché il resto è contenuta negli alimenti. Il tempo medio che un essere umano può resistere senza acqua è di circa 4 o 5 giorni, ma anche in questo caso, le diverse tipologie del corpo umano e il clima circostante, fanno variare questo periodo. Se si riducono gli approvvigionamenti di acqua, i metodi per procurarsela variano da ambiente a ambiente. Si deve sempre ricordare che si sta parlando di acqua potabile e quindi della possibilità di averla tale.
4) cibo
La fame è una brutta cosa e se si rimane senza cibo si muore, anche se si possono tollerare lunghi periodi senza cibo. Anche se si potrebbe resistere anche per 20/25 giorni senza cibo, non mangiare, allo stesso modo dell’acqua, potrebbe voler dire innescare tutta una serie di processi corporei e psicologici, che fanno star male e fanno prendere decisioni o comportamenti assolutamente sbagliati e dannosi. Attenzione, non dimenticare mai: il cibo potrebbe essere una delle cose più difficili da trovare in una situazione di sopravvivenza, di emergenza o disastro.
E… fin qui è stata affrontata un pò di teoria della regola del 3. In pratica le cose non stanno esattamente così, o almeno, le regole non sono poi così nettamente separate.
Nella pratica la prima regola (quella dell’aria) si risolve quasi da sola. Se si respira va tutto bene e si può proseguire, se non si respira si muore ed è inutile continuare a scrivere.
Nelle primissime fasi di una situazione di sopravvivenza, di emergenza o disastro si può sostituire allora la regola dell’aria con l’esaminare: prima il nostro corpo e valutare in che condizioni siamo e cosa deve essere fatto, poi la nuova situazione che si è presentata all’improvviso. Anche se, probabilmente, ci si troverà in uno stato semi confusionale, è importante prendere coscienza della nuova situazione, essere cioè consapevoli di quello che è successo e di cosa fare per proseguire al meglio in questa nuova strada.
Per quanto riguarda le altre definizioni, il riparo e come mantenere al meglio il corpo, l’acqua e il cibo, l’ordine di come affrontarle è corretto… con qualche precisazione:
nel predisporre un riparo si deve considerare la possibilità di reperire l’acqua, inutile costruire un riparo e poi accorgersi che nelle vicinanze non c’è acqua. Si deve cercare un buon posto per il riparo (importantissima la posizione sul terreno), ma si deve essere anche ragionevolmente sicuri che nelle vicinanze ci sarà l’acqua in qualche forma.
Come già scritto il cibo potrebbe essere una delle cose più difficili da trovare, potrebbe quindi risultare inutile avere un riparo e una fonte d’acqua senza speranza di trovare il cibo in qualche modo, che in ogni caso, si deve iniziare a cercare fin da subito.
Questo per dire che la regola del 3 non deve essere intesa come una serie di regole indipendenti tra loro.
In una situazione di sopravvivenza, di emergenza o disastro, tutto deve essere valutato al meglio e una cosa si deve fare tenendo presente che ce n’è sempre un’altra da soddisfare dopo quella che si sta facendo.