MORS KOCHANSKI: I 10 MIGLIORI CONCETTI DI SOPRAVVIVENZA

1. IMPARA CONOSCENZE SPECIFICHE E APPLICALE
“ Più sai, meno porti con te. ” – Mors Kochanski.
Ci sono molti libri di sopravvivenza che descrivono la sopravvivenza in montagna, nel deserto, nella foresta, nell’oceano, nella giungla e tutti danno consigli generali. Quando si ascolta Mors o o si leggono i suoi libri, la prima cosa che si nota è che è diverso. È un esperto del suo ambiente, la foresta boreale, e fornisce istruzioni altamente dettagliate e consigli specifici, in modo da poter sopravvivere lì. Tutto ciò che insegna, viene testato ripetutamente negli ambienti e funziona.
2. SUPER SHELTER
Il “Super Shelter” di Mors Kochanski è un aggiornamento e miglioramento del classico ramo di pino, che fa da rifugio e che si può vedere in quasi tutti i manuali di sopravvivenza. L’autore dell’articolo originale ha trascorso diverse notti a dormire nei Super Shelters nel nord del Minnesota durante l’inverno e conferma che possono essere abbastanza comodi.
I Super Shelter presentano una panca rialzata coperta da rami di conifere che si raddoppiano come un letto, una parete posteriore foderata con una coperta di emergenza riflettente (color argento o oro/argento di circa cm. 210×160) in Mylar e un foglio di plastica trasparente che pende sul davanti. Questi componenti del Super Shelter, uniti ad un fuoco appropriato (posizionato “a un buon passo di distanza”) e costruiti con tronchi “a portata di mano” creano una bolla d’aria calda alta e rimangono asciutti non risentendo dell’umidità del terreno. Non solo la plastica trasparente crea un effetto serra con i raggi di riscaldamento del fuoco, ma ti impedisce di soffocare per il fumo durante la notte, come si verifica generalmente con i rifugi aperti. A seconda delle temperature esterne e se si tratta di una giornata di sole, il Super Shelter può fornire un adeguato calore durante il giorno prelevandolo dai raggi del sole.
Per costruire un Super Shelter hai bisogno di un minimo equipaggiamento nel tuo kit di sopravvivenza: un foglio di plastica di almeno 2 metri lineari, una coperta di emergenza riflettente (color argento o oro/argento di circa cm. 210×160) in Mylar, un po di cordame e un buon coltello. Un po di materiale di copertura aggiuntivo, come un telo e una sega contribuiranno a creare un rifugio di prim’ordine. Una volta compresi i principi di progettazione del Super Shelter, questo è ragionevolmente veloce da costruire, probabilmente è una delle migliori opzioni di rifugio di sopravvivenza disponibile nei boschi.
3. MANGIARE
mangiare o non mangiare, questa è la domanda. Qui entra in gioco il risparmio di energia o il trascorrere tanto tempo a caccia con notevole dispendio di energia. Mors ha presentato questo compromesso. L’idea di non mangiare non è sempre considerata. Avrebbe senso mangiare qualsiasi piccola quantità disponibile (ad es., Insetti, funghi e piante commestibili) in una situazione di sopravvivenza, che è ciò che in genere viene consigliato dai guru della sopravvivenza. Mors ha una visione diversa. Sostiene che se devi consumare più energia di quanto spendi nella caccia e nella raccolta e non approvvigionarti, nello sforzo, di una quantità giornaliera di almeno 1.200 calorie con 500 provenienti dai carboidrati è meglio lasciare che il corpo entri in modalità di digiuno. Insomma, cacciare o procurarsi il cibo in altra maniera va bene, ma se si consuma più di quello che si incamera, il gioco non vale la candela.
E’ una lotta continua con il concetto di digiuno. Il cibo è anche vitale per generare calore corporeo quando si è fuori nel freddo.
Mors suggerisce di portare nel kit di sopravvivenza prugne secche o cubetti di zuppa per energia a breve termine (ma anche pemmican o moderni preparati energetici). Ha anche consigli da dare sulle tecniche di pesca con trappole primitive, ma considera queste abilità come avanzate, che non sono sempre necessarie nella maggior parte delle situazioni di sopravvivenza. La consapevolezza che si può vivere potenzialmente molti giorni senza cibo è abbastanza confortante, anche se sarebbe meglio non provarlo! è preferibile forse mettere nel kit qualche alimento energetico utile.
4. BERE
Rimanere idratati, specialmente quando fa freddo o quando non si ha voglia o si pensa di essere disidratati, non può essere sottovalutato.
Il kit dovrebbe contenere una pentola o un recipiente in metallo di dimensioni adeguate in modo da poter far bollire l’acqua. Uno degli oggetti più difficili da fabbricare in natura, è una pentola per far bollire l’acqua. Si può potenzialmente creare un contenitore di corteccia piegato o mettere al suo interno acqua e rocce calde , ma è difficile e richiede tempo. Sono poi sconsigliati i filtri chimici. Molti filtri si congelano in caso di freddo intenso e le sostanze chimiche non si dissolvono correttamente. Con una pentola di metallo e un fuoco, si può bollire l’acqua e sciogliere la neve, il che è un grande vantaggio nella sopravvivenza a basse temperature. Ma anche nella sopravvivenza in generale.
5. DORMIRE
Mors pone grande enfasi sull’importanza di dormire per sopravvivere. Cita studi che dimostrano che le notti insonni possono rallentare la funzione cerebrale allo stesso livello di un’abbuffata di alcol. La capacità di pensare in situazioni difficili diventa oscura, e l’ atteggiamento mentale e l’importantissima volontà di vivere perdono senso.
Mentre altri libri di sopravvivenza parlano di rifugi o cose del genere, Mors è il primo istruttore che ribatte insistentemente sull’importanza del sonno per la nuova situazione che si è creata. Nei boschi del nord, il sonno sarà molto difficile da ottenere senza comprendere altre abilità e principi di sopravvivenza. Un Super Shelter ben costruito diventa un buon punto di partenza e consente un ottimo riposo. Una quinzhee (rifugio di neve) può mantenere una temperatura interna appena sotto lo zero (che non è male se fuori ci sono -40°), semplicemente con una costruzione adeguata e con il calore corporeo. Mors ha detto che quando è freddo, spesso è più facile dormire durante il giorno e stare sveglio vicino a un grande fuoco caldo di notte.
6. ABBIGLIAMENTO
Mors dice che “Un piumino riposto all’interno di una latta di caffè (che funge anche da pentola per bollire l’acqua) è un ottimo kit di sopravvivenza”. Se si fa una ricerca in internet che ha per oggetto Mors Kochanski, si troveranno molti scritti e suoi consigli preparare un coltello, un accetta o un fuoco (le cose principali) ma se si segue un corso di sopravvivenza invernale tenuto da Mors, si scopre che spende molto tempo parlando di abbigliamento invernale. L’abbigliamento è il riparo che si indossa e la prima linea di difesa!
7. ACCENDERE UN FUOCO.
La spiegazione accuratamente dettagliata di Mors su come realizzare i “bastoncini di piume” va ben oltre i “fuzz stick” paffuti e dall’aspetto smussato tracciati nei vecchi manuali della BSA. Mors crea un piccolo fascio di legnetti secchi di pino o altro e accende il fascio tenendolo a livello della vita (per non farlo inumidire nel terreno) e il fascio si brucia rapidamente e può essere facilmente controllato e manipolato a mano, lontano dal terreno freddo e umido. Questo fascio può essere acceso al riparo dal vento e dalla pioggia e può essere facilmente ondeggiato per essere ossigenato, invece di inginocchiarsi e soffiare. Il pacchetto esca in stile Kochanski è un vero salvavita!
Mors insegna l’accensione del fuoco con selce e acciaio, con l’uso dell’archetto, del trapano a mano e come procurarsi e localizzare numerose esche e materiali incendiabili naturali. Insegna a preparare fuochi speciali per tutti gli usi notturni e fatti in modo che possono bruciare sulla neve. Il suo lavoro in questo ambiente (specialmente per la foresta di conifere settentrionale) è eccezionale e dovrebbe essere studiato da tutti coloro che hanno a che fare con questi boschi
8. ATTREZZI REALI E UTENSILI DI DIMENSIONI STANDARD
Mors mostra come vivere nei boschi con il minimo indispensabile di equipaggiamento. L’obiettivo è di insegnare come sopravvivere con poco ma che sia estremamente efficace. Questo richiede strumenti reali in grado di svolgere un qualsiasi lavoro con il minimo sforzo. Quindi, quando si sente dire che c’è bisogno di “Una sega capace di abbattere alberi delle dimensioni di un abbraccio”, non sta scherzando (lui porta spesso una lama di sega ad arco legata alla cintura). In effetti, sottolinea di non fare affidamento su seghe a filo e lame di rasoio (quelle per intenderci contenute nelle scatolette di emergenza che si trovano in commercio già confezionate) quando si cerca di sopravvivere in un inverno settentrionale. Il freddo non perdona bisogna lavorare contro il tempo per proteggere il corpo nella nuova situazione che si è venuta a creare.
9. PREPARATI
Mors è famoso per aver detto “più sai, meno porti” o “la conoscenza non pesa nulla”. Con l’abilità e la sua conoscenza, si riuscirebbe probabilmente a cavarsela per un po semplicemente usando le risorse che si trovano nell’ambiente. Tuttavia, lui è anche un realista, il che significa che è un grande sostenitore del trasporto di un kit di sopravvivenza ben preparato. Un kit di sopravvivenza non è un nuovo concetto, ma Mors ha scritto opuscoli sull’argomento e ancora una volta, con raccomandazioni molto specifiche per la sopravvivenza della foresta boreale; tra gli altri articoli: abbigliamento adeguato, un coltello da boscaglia adeguato, una pentola e il “Magico tre di sopravvivenza moderna “, che comprende un’asta di ferro rod ” ferrocerium “, un paracord a 7 o 9 fili e coperte di emergenza riflettenti (color argento o oro/argento di circa cm. 210×160) in mylar. Questi componenti compatti aiuteranno a combattere la disidratazione, a stare al caldo e a costruire un riparo.
10. JAM KNOT
È piacevole imparare a legare nodi e lavorare con la corda. È divertente risolvere i problemi con i nodi. I nodi possono essere complicati, ma conoscere quello giusto da usare al momento opportuno e come usarlo, può fare la differenza in natura.
Anche in questo caso, Mors ha mostrato qualcosa di nuovo: il “Jam Knot” (alias Arbor Knot). Questo nodo usa un cordoncino, si stringe fortemente con il paracord (vuoto al suo interno) e ha moltissimi usi. In una situazione di sopravvivenza, è particolarmente utile per legare insieme due pali di ricovero mentre si utilizza molto meno corda rispetto ad altre legature standard.
Un mentore come nessun altro
La conoscenza e l’esperienza di Mors Kochanski sono leggendarie.
Usando una vita di apprendimento nel bosco, insegna alle persone i dettagli intricati delle abilità pratiche di sopravvivenza che ha adottato o sviluppato per il suo ambiente forestale boreale. La sua personalità affabile e lo stile di insegnamento accessibile rendono i suoi corsi ancora più piacevoli.
Oggi, con la tecnologia digitale, conoscere i suoi metodi e i suoi insegnamenti è diventato molto più facile.
È praticamente impossibile partecipare a una discussione di sopravvivenza online senza citare Mors Kochanski e si incontrano sempre più persone che hanno avuto a che fare con lui. Ci sono anche alcuni istruttori altamente qualificati che hanno imparato da lui e ora stanno trasmettendo le tecniche di Mors. È una leggenda delle abilità di sopravvivenza e se si viaggia nei boschi del nord il consiglio è di studiare i suoi scritti e guardare i suoi video.
Mors Kochanski
è nato il 10 novembre 1940 a Prince Albert – Canada
è morto il 5 dicembre 2019
Articolo pubblicato da: https://www.bullmoosepatrol.com/bmp/2015/10/1/top-survival-techniques-i-learned-from-mors-kochanski