Pesca in sopravvivenza

Provare a pescare in caso di emergenza, catturare i pesci per mangiare quando ci troviamo in situazioni particolari

La pesca è vecchia come l’uomo e i pesci al pari della carne, contengono nutrienti fondamentali per l’alimentazione.

Dove c’è acqua (oceani, mari, laghi, fiumi, torrenti e piccoli specchi d’acqua) ci sono i pesci, anche se non tutti sono commestibili. Si stimano circa un migliaio di specie di pesci non commestibili e ovviamente non se ne può parlare in questo articolo. Per avere informazioni più dettagliate in proposito, consultare libri specifici o altre fonti. In linea di massima però nelle acque dolci europee quasi tutti i pesci sono commestibili, anche se a volte il sapore non è proprio gradevole.

Procurarsi il mangiare non dovrebbe rappresentare una necessità primaria, ma è comunque importante e prima o poi bisogna pensarci, meglio prima… . Quando si mangia, oltre a stare bene perché vengono assunti i nutrienti, si sta anche più tranquilli e siamo più ottimisti.

Procurarsi il cibo per mezzo della pesca è “abbastanza facile” e sopratutto, non costringe ad un consumo eccessivo di calorie e a spese energetiche inutili.

Come spesso succede nel survival, si deve purtroppo parlare anche di pratiche illegali e non consentite che, in situazioni normali, non si dovrebbero nemmeno prendere in considerazione e condannare immediatamente. Si deve fare però, di necessità virtù e il survivalismo è fatto anche di queste cose, bisogna per forza trattare alcuni argomenti “sconvenienti” per avere più elementi possibili che ci aiutino a non morire, l’arte dell’arrangiamento (come in quasi tutte le altre azioni) deve avere la precedenza su qualsiasi altra considerazione.

Catturare pesci in emergenza.

Il metodo più utilizzato e forse anche il migliore (perché c’è meno dispendio energetico) è quello della pesca passiva, si preparano cioè trappole o altre cose e poi si verifica dopo un po’ di tempo se ci sono risultati. Se la situazione di emergenza non è momentanea o breve, ma si prevede per forza di cose una sopravvivenza che definiremo “più a lungo termine” si potrebbe pensare a tenere in vita i pesci in posti idonei autocostruiti o conservarli al meglio una volta catturati e puliti delle interiora.

Alcuni modi per catturare i pesci

  • costruire una canna da pesca improvvisata. Non solo una canna ma diverse, in modo da creare più punti e aumentare le probabilità di raccolta. Se si dispone nel kit di filo (lenza), ami e qualche piombino, la cosa diventa molto facile, perchè la canna si costruisce con qualsiasi bastone robusto procurato sul posto. Anche l’esca in qualche modo si trova: frutta, aracnidi, insetti, vermi, lombrichi, scarti di cibo… . Si da per scontato che disponiamo di questi materiali nel nostro kit. Se non ci sono devono essere costruiti (la lenza con il filo interno del paracord oppure con striscette di rafia sintetica, gli ami con spine robuste o legnetti uncinati, …), si vedrà in un prossimo articolo di approfondire la costruzione di questi accessori. I bastoni devono essere piantati nel terreno in posizione obliqua verso lo specchio d’acqua o comunque devono essere fissati in modo che resistano allo “strappo” del pesce abboccato. Se ci sono rami di alberi che dall’alto vanno a finire sugli specchi d’acqua, utilizzarli al posto del bastone. In questo caso però si deve fare molta attenzione e ripeto quello che ho scritto altre volte: non compiere, se non strettamente necessario, manovre e azioni che possono rivelarsi pericolose e danneggiare il nostro corpo. Quando si parla di vera sopravvivenza, la rottura di ossa o le ferite gravi potrebbero rivelarsi anche fatali.
    Canna e filo sono un modo passivo per procurarsi il cibo e non richiedono attenzione o risorse energetiche particolari.
  • Un fiume o un torrente abbastanza piccolo, non troppo profondo e abbastanza “calmo” (facilmente attraversabile) è probabilmente l’ambiente ideale per il prossimo metodo. Si prende una corda (paracord o un filo di ferro per trappole o quello che c’è) e si predispone per essere legata a due estremità robuste da una riva all’altra, come trochi d’alberi, rami e simili. Lungo la corda si saranno legate alla distana di 50 o 100 cm. circa, spezzoni di lenza pronte con piombo, amo ed esca. Il muro di ami così creato potrebbe dare buoni frutti.
Immagine presa dal manuale: SAS Survival Handbook di JOHN ‘LOFTY’ WISEMAN
  • Con lo stesso metodo sopra si crea una piccola piattaforma galleggiante tipo zattera, rettangolare o quadrata (fatta anche solo di due o tre legni leggeri e galleggianti legati insieme) e ci si attaccano le lenze. si spinge verso le acque più profonde del centro e si tiene assicurata ad una corda, in modo che si può riportare a riva velocemente quando si notano “movimenti” che indicano la presenza di almeno un pesce catturato. Sopra può essere dotata anche di una piccola vela in modo che il vento la faccia “navigare” casualmente.
  • ami a gola: questi ami sono dritti, lunghi 2 o 3 cm. e appuntiti alle due estremità. Si possono costruire con legno duro o osso. Al centro si pratica una tacca dove si lega il filo. Questo tipo di amo, quando il pesce lo ingoia con l’esca, gli si gira di lato e si incastra nella gola. Tirare lentamente la lenza per portare fuori il pesce.
  • utilizzare una rete: in un altro articolo si spiega come costruire una rete:
    https://www.sopravvivere.org/rete-in-corda-costruzione/,
    ma la rete può essere predisposta in un kit o realizzata con un pezzo di zanzariera. Il metodo più semplice è quello di fissare la rete ad una corda ed aggiungerci qualche peso da un lato utilizzando piccole pietre. Lanciarla e imparare a farla atterrare aperta verso il centro del fiume. Attendere che la rete vada verso il fondo quasi disponendosi in verticale e poi tirare piano per raccoglierla e cercare di intrappolarci qualche preda.
  • Una rete può essere tesa tra due bastoni o pali piantati in acqua e tenuta verso il basso con pesi legati ad una estremità. Questa barriera può intrappolare i pesci che passano.
  • Se non si ha niente si può pescare anche con le mani oppure con lance appuntite (la punta si fa indurire con il fuoco e l’asta si lascia più flessibile senza indurirla) fatte con legno di piccolo diametro.
    Vedere anche:
    https://www.sopravvivere.org/lancia-in-legno-per-caccia-pesca-e-lance-varie/.
    Di notte i pesci dormono, se si riesce ad illuminarli con una fonte di luce e a vederli, si catturano abbastanza facilmente con questi metodi. La cattura è più facile se l’acqua è fangosa o sporca e il pesce non riesce a muoversi velocemente. Alcuni pesci (è famoso il pesce gatto) si nascondono in luoghi bui (tronchi cavi, pietre, …) vicino alla riva, in questo caso la pesca con le mani può essere veramente efficace. Il pesce si deve tirare fuori quando è afferrato per le branchie o la bocca (scorrere sul fianco finché non si trova il punto), se il pesce morde si sopporta e un morso vale un pasto ricco.
  • I pesci più grandi sono lenti e quindi più facilmente colpibili con bastoni o altro.
  • la classica trappola per pesci ha la forma di un cono e la parte più larga verso l’apertura contiene un altro piccolo contenitore ad imbuto. Il pesce entra dentro attraverso questa apertura a imbuto, ma poi una volta dentro non riesce più a ritrovare l’uscita. Questa trappola è costruita con legni più grandi (circa 1 cm. di diametro) che formano la struttura e rami piccoli e flessibile intrecciati tutt’intorno, il metodo è lo stesso di quando si fanno i cesti o i panieri. Nella pagina del sito del Museo dell’intreccio mediterraneo di Castelsardo in provincia di Sassari: 
    http://www.mimcastelsardo.it/it/museo/lacqua-e-lintreccio/nasse/
    si trovano idee per alcuni tipi di nasse intrecciate e molto altro.
  • Si possono costruire anche altre trappole, come per esempio una specie di “M” vicino alla sponda, lasciando una piccola apertura nel vertice del cono. Le pareti si fanno con rami foglie e altro simile. Il sistema è quello della trappola a cono: il pesce entra dalla piccola apertura e poi non riesce più a trovare l’uscita.

I pesci mangiano normalmente prima dell’alba e subito dopo il tramonto (in modo più abbondante). Queste ore sono le migliori per pescare in sopravvivenza. Anche le stagioni influiscono sulla pesca: in primavera i pesci che hanno passato l’inverno sono affamati e devono deporre le uova vicino alla riva, è più facile che abboccano. In estate cercano il fresco, quindi stanno in acque più profonde. Anche in inverno stanno nelle acque più profonde. Quando c’è vento e l’acqua è sporca, vedono male le ombre e quello che c’è fuori, quindi è più facile ingannarli.

Avvicinarsi all’acqua in modo più silenzioso possibile, attenzione alle ombre che si possono disegnare nell’acqua e ai metalli o altre cose luccicanti che possono attirare l’attenzione del pesce e indicare la nostra presenza.

Infine anche l’abbigliamento poco vistoso e che si confonde al meglio con l’ambiente influisce nel successo della pesca.

Kit da pesca di sopravvivenza: sarebbe ideale avere:
una confezione piccola con alcuni ami, piombi, filo da pesca in abbondante quantità, qualche esca artificiale che assomiglia a vermi, un multi-utensile con pinza e dove è possibile un bel pezzo di rete.

immagine presa da: https://extopian.com/outdoors/survival-emergency-fishing-techniques/

Il filo da pesca e gli ami se non si hanno si possono costruire il molti modi, basta arrangiarsi!
Le esche bisogna procurarsele e devono essere appetitose per i pesci: vermi, insetti, girini, mitili, pezzi di rana, larve, sanguisughe, pesciolini, avanzi di cibo, però anche cose non commestibili che luccicano e che sono molto colorate possono attirare il pesce.
Se l’esca è grande ci sono più possibilità di prendere pesci grandi, ma se si prevede che in una zona ci sono pesci più piccoli, non esagerare con la grandezza dell’esca, catturando alcuni pesci piccoli si mangia come avere un pesce grande.

pulire il pesce.
tutti i pesci hanno un buco vicino alla coda. Si mette qui la punta del coltello e si taglia il pesce nel senso della lunghezza fino a raggiungere le branchie. Si apre il pesce e si tirano fuori le interiora, che possono essere conservate anche come esca. Lavare e cuocere.

Se si dispone di buone quantità di pesci, i metodi di conservazione sono quelli della carne. Il migliore metodo e il più veloce è l’essiccazione per affumicatura.

Quello che segue è il link a 2 pagine del manuale:
Search and Rescue SURVIVAL TRAINING (AF REGULATION 64-4 VOLUME I, 15 July 1985)
che ho caricato sul server e dove si vedono alcune illustrazioni di vari metodi di pesca semplice a rete e con poche altre risorse.