
L’idea di Mors Kochanski si basava su quanto un rifugio dovrebbe fornire a una persona nell’ambiente freddo della foresta boreale. Lui è espertissimo di sopravvivenza nel suo ambiente: la foresta boreale, i concetti però si possono applicare a qualsiasi luogo dove c’è necessità di ripararci dal freddo e dalle intemperie. Il super shelter da lui ideato richiede l’utilizzo di materiali che potrebbero non essere disponibili in una situazione di emergenza, l’idea è comunque valida e si può anche adattare a quello che c’è disponibile per la costruzione. Il rifugio di Mors Kochanski fornisce calore (perché davanti, esternamente ad esso c’è un fuoco), comfort (perchè è sollevato dal terreno e non c’è trasferimento di umidità) e ci si può asciugare scarpe e vestiti. In breve. E’ necessario ovviamente un fuoco, perché è la fonte di calore esterna che riscalda il foglio di plastica e il mylar. Per costruire questo rifugio serve avere: Coperte in mylar, Telo. Foglio di plastica trasparente, Corda- paracord o spago, ascia e preferibilmente anche sega. Nel libro del super shelter, Kochanski consiglia di portare anche nastro adesivo e spille da balia da utilizzare per fissare.

In un altro articolo articolo ho parlato del chozuelo, che è un rifugio in uso presso alcuni pastori nomadi spagnoli: https://www.sopravvivere.org/riparo-el-chozuelo/
Le differenze con il super shelter sono davvero poche.
nel video a seguire si spiega abbastanza bene il super shelter:
Mors Kochanski Super Shelter, Karamat Wilderness Ways
Anche nel suo libro: Canadian Wilderness Survival, Bruce Zawalsky dedica una parte al super shelter. in allegato, in formato .pdf, la pagina estratta da questo libro.