Come si vive in modalità sopravvivenza
Parliamoci chiaro: le situazioni di sopravvivenza in generale non sono stili di vita che possono essere scelti e ricercati (potrebbe anche essere, ma è raro), non ha molto senso vivere così, tuttavia ci sono alcune valide eccezioni.
Il survivalismo è una condizione di vita che può essere improvvisa e non voluta oppure però anche cercata per professione, per stile di vita o per passione e attività nel tempo libero.
Il survivalismo è una condizione di vita che richiede grandi sacrifici e mancanza di molte utilità e benefici ai quali siamo ormai abituati nella vita di tutti i giorni.
Aspettative di vita
un clochard per esempio può vivere anche vent’anni meno, studi di settore indicano che molti non arrivano ai 70 anni.
una situazione di emergenza è anche un tenore di vita basso, con poche disponibilità alimentari e altre disponibilità varie, poco accesso alle cure mediche e alle medicine. Inoltre tanto dipende anche dal posto e dal modo in cui si è vissuti.
La storia vera di Christopher McCandless’s nel parco nazionale del Denali in Alaska,(ci sono libri e film su di lui) è un classico esempio di come non si dovrebbe improvvisare quando si ricercano delle situazioni di sopravvivenza dove c’è poco cibo, dove ci sono poche attrezzature e sopratutto non si è mentalmente preparati e si hanno poche conoscenze di vita in solitario e lontano da tutto.
Situazioni tipo
In questo articolo, simulando una situazione tipo, esaminerò i modi in cui si possa procurare le cose di cui abbiamo veramente bisogno e in primo luogo il cibo, gestendolo in modo opportuno per tirare avanti il più possibile.
Non dimenticare che quando ci si trova improvvisamente dentro una situazione di sopravvivenza la paura e a volte il panico sono le condizioni più probabili con le quali avere a che fare prima ancora di pensare a tutto il resto. E’ difficilissimo liberarsene, più facile è tenerle però sotto controllo, con la conoscenza e le abiltà acquisite.
Immaginiamo la scena iniziale: intorno solo il nulla e il mondo vegetale più o meno ricco di risorse, senza elementi artificiali, presenze umane e in questa fase in forse anche le presenze animali. Solo silenzi e desolazioni.
La teoria è fatta di regolette, di priorità e cose simili. Nella pratica però le cose cambiano un pochino. Si deve obbligatoriamente disporre di acqua dolce non salata e cibo, che sono le vere e uniche necessità per sopravvivere. Al resto ci si pensa dopo perché un riparo momentaneo, che è una priorità immediata, lo si trova sempre, con poca fatica e in pochissimo tempo, inutile inizialmente perderci tempo e risorse utili. Intorno ci sono elementi o segnali che fanno ben sperare di trovare acqua e cibo?
Si parte sempre dall’acqua e si cerca di individuarne la presenza, con il minimo dispendio possibile di energie. Individuare possibilmente siti più facilmente fruibili come ad esempio fiumi, torrenti, ruscelli, laghi, … e così via. Non c’è molto tempo per trovare l’acqua e averla disponibile, un giorno, due al massimo, poi tutto diventa difficile.
- regola numero uno: lasciamo perdere ripari protezioni e inutili fatiche. Troviamo l’acqua!
- regola numero due: troviamo il cibo!
Il corpo umano può sopportare diverse settimane senza cibo, questo però in teoria, percé in pratica ci sono tanti problemi da affrontare e non si sta affatto bene. Dopo qualche giorno senza mangiare, la fame procura vari disturbi, compresi quelli mentali che sono ancora più pericolosi. E’ necessario, subito dopo l’acqua procurare il cibo e anche in questo caso, con il minimo dispendio possibile di energie.
I metodi del survivalismo per trovare il cibo sono, come già scritto in altri articoli, la raccolta e la caccia.
Entrambi richiedono sistemi statici o dinamici, più o meno dispendiosi e più o meno semplici da adottare. Ci si mette in cammino e si cercano soluzioni il prima possibile.
Per la raccolta ci si orienta verso piante, erbe, semi, bacche e frutta, ma anche verso insetti (anche più grandi come cavallette, grilli e altri ortotteri) e larve, uova, miele selvatico o melata. E’ importante conoscere cosa si raccoglie in modo da non danneggiare l’organismo con assunzione di sostanze tossiche o nocive. Nel dubbio, meglio lasciar perdere e soffrire la fame.
Le prede più facili nella caccia sono piccoli mammiferi, rettili, roditori, pesci, crostacei, gasteroppodi terrestri e acquatici.
Nella raccolta e nella caccia, si utilizzeranno inizialmente sistemi statici (che non richiedono particolari impegni fisici, attrezzature anche autocostruite e conoscenza del territorio circostante), che richiedono un minore dispendio di energie. anche se non sempre si potrà mettere in atto la regola (bisogna prestare comunque attenzione) che dice che se per procurarsi il cibo si spende più energia di quella che si reintegra con il cibo, dopo inutili consumi energetici che non portano a niente, sarebbe meglio entrare in modalità digiuno, se non altro per il tempo necessario a riflettere e organizzare meglio.. Nella caccia conviene orientarsi verso trappole e cose simili. Mentre si cercano posti idonei a piazzare trappole (sentieri e passaggi evidenti di animali),si può approfittare per raccoglie erbe, piante, frutta e se si trovano, vermi, larve e quant’altro. Il tutto come se si facesse una passeggiata, con calma senza affanno o agitazione. In natura è frequente trovare formiche, alberi e ceppi con vermi, larve e nidi di uccelli o rettili. I nidi di vespe possono essere affumicati o bruciati, altrimenti diventa problematico estrarre il miele…
Non c’è dubbio che una buona caccia porta un apporto molto alto rispetto alla raccolta, a volte però bisogna sapersi accontentare anche solo per tenere alto il morale. Nella caccia statica evitare di lasciare il nostro odore sulle trappole, magari strofinando sulle mani erbe o fanghi. La pesca, con trappole o canne o reti se disponibili, è senz’altro da praticare perché non necessita di dispendi energetici alti. La pesca notturna quando i pesci dormono, a volte è più vantaggiosa. Nella caccia e nella pesca non eccedere mai oltre l’effettiva necessità del momento, non c’è bisogno perché gli alimenti sono facilmente deperibili senza sistemi di conservazione idonei (se conservati possono attirare animali più pericolosi sull posto) e il successo ottenuto in un’azione può essere replicato in futuro. Questo non significa che se si dovesse realizzare una scorta importante di carne o pesce ci si deve rinunciare. Avere molto a disposizione aumenta enormememente le possibilità di successo.
La fabbricazione di armi alla meno peggio (arco, frecce, fionda, lancia) è un’esigenza immediatamente successiva e non è difficile ingegnarsi in queste abilità. Ma se si capisce che non sono indispensabili nell’immediato, allora, dopo i bisogni materiali acqua e cibo, bisogna pensare ad un rifugio stabile e confortevole. Le giornate sono lunghe e il tempo scorre lentamente. Dedicarsi al rifugio e alla conservazione e salute del corpo è la priorità successiva.
Infine, la speranza che tutto finisca presto non deve mai abbandonare.