Significato di paranoia in senso generale: un individuo inizia ad avere disturbi del suo pensiero e si convince che ci sono in atto persecuzioni sulla sua persona, che spesso, anzi quasi sempre non corrispondono alla realtà. Paranoia non vuol dire paura o ansia ma è un vero e proprio disturbo che porta, in riferimento ad un determinato argomento o situazione a giudizi distorti o sbagliati. La persona ovviamente non è cosciente di quanto gli sta accadendo. Se consideriamo però la paranoia come una malattia vera e propria, credo sia molto difficile stabilire per un medico specialista questo stato.
In prima analisi, distinguerei il survivalista come lo intendo io dal prepper:
Il survivalista o chi pratica il survivalismo, è una persona che studia i modi per resistere e mantenersi in vita, nelle situazioni e nelle emergenze improvvise, in mezzo alla natura oppure in contesti urbani, con i mezzi (che possono essere anche minimi o inesistenti) che ha a disposizione nel momento in cui potrebbe verificarsi l’emergenza. I survivalisti dovrebbero comporre un kit minimo e tenerlo sempre a portata di mano, che li aiuti nel momento in cui potrebbe verificarsi l’evento sfavorevole. Il survivalismo è comunque una scelta di vita e anche una materia di studio che non porta a fissazioni o scelte maniacali, ma semplicemente fa acquisire conoscenze e abilità, casomai ci fosse necessità di utilizzarle. Ci si prepara per una certa situazione e pronti alle evenienze, ma si continua la vita di tutti i giorni. (probabilmente influenzata da alcune scelte di base, ma alla fine non più di tanto).
Il prepper non necessariamente può essere un survivalista. Il suo scopo è quello di farsi trovare preparato a livello di scorte e mezzi disponibili, nel momento in cui si verifica un’ emergenza o meglio ancora un cataclisma, anche apocalittico o un evento drastico causato dall’uomo e conseguente collasso della società. Il prepper si prepara con scorte e accumuli di viveri, materiali e attrezzature, abitazioni con particolare resistenza a vari fenomeni e cerca di trovarsi in una situazione meno drastica possibile nel momento in cui si verifica un evento distruttivo. In quest’ottica è ovvio che la paura del futuro di una determinata categoria di prepper è direttamente proporzionale al suo benessere economico e alla posizione sociale (più possiedo e più sono famoso e altolocato e più ho paura). Non so se questa categoria di persone può essere definita prepper, forse si tratta solo di ricchi e facoltosi personaggi che hanno solo paura della fine del mondo, allo stesso modo in cui hanno paura della vecchiaia e della morte.
Il prepper può essere un survivalista e spesso lo è, il survivalista non è necessariamente un prepper nel senso stretto del termine, anche se ci si avvicina. Il suo modo di ragionare lo spinge verso una conoscenza di tecniche e abilità idonee, non tanto verso una dispensa ben fornita di alimenti a lunga scadenza, ma verso una attrezzatura e verso materiali che lui stesso crede possano essere indispensabili in uno scenario futuro particolarmente sfavorevole. Non è tanto importante disporre di scorte grandi di cibo, è importante conoscere bene i metodi e i modi per procurarselo.
Per me, il survivalismo e il prepping dovrebbero essere considerati come una vera e propria seconda professione e per questo occorre la massima preparazione e professionalità. Questo non è paranoia, è serietà e impegno che ci mette chi si dedica più attivamente a questi ambiti di studio e delle conseguenti applicazioni pratiche. Un survivalista o un prepper rischiano di diventare un soggetto paranoico è vero e può essere anche pericoloso. In linea di massima però i loro ragionamenti, le loro fissazioni e il loro modo di vivere potrebbero avere anche un fondo di verità. Insomma, secondo me non è detto che atteggiamenti e comportamenti “strani” di una persona indichino in qualche modo una forma di paranoia. La vita di tutti i giorni è divisa in “ragione” e “passione”. Tanti individui, in tante direzioni, hanno il loro modo di vedere le passioni e le affrontano con azioni più o meno impegnative, non c’è niente di sbagliato quando la passione si avvicina alla ragione e vorrebbe in qualche caso prenderne anche il posto. Si può anche non capire un certo atteggiamento, ma non per questo lo si deve condannare. Che poi si vada a finire in eccessi o situazioni particolari o in ragionamenti sbagliati e distorti, questo è un rischio che ci può essere, ma è compito della singola persona fare sì che questo non accada, anche questo è survivalismo e forza di volontà.